Provato Lost Paradise

Come siamo a conoscenza, la Milan Games Week, è un’ottima occasione per provare vari prodotti del mondo videoludico e, fortunatamente, era stata messa a disposizione una postazione dedicata a tutti gli sviluppatori italiani indipendenti. Ad attirare la nostra attenzione, in questo caso, è stato Lost Paradise, gioco di ruolo in terza persona con una narrazione graduale che può ricordare per certi versi Dark Souls. Il titolo possiede un’impronta molto action che, a conti fatti, rende il tutto molto più fluido e dinamico. Ecco quali sono state le prime impressioni pad alla mano.

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L’ambientazione del titolo sembra essere davvero affascinante.

La prova a nostra disposizione non era ancora la versione definitiva del titolo ma, nonostante tutto, ha mostrato fin dall’inizio molto carattere, soprattutto per le scelte grafiche e tecniche. L’opera multimediale si presenta, dal punto di vista visivo, con una qualità davvero invidiabile per quanto riguarda la scena indipendente. L’esperienza è iniziata con un piccolo tutorial per capire le meccaniche base: il vostro avatar, armato di uno spadone, potrà concatenare delle vere e proprie combo svelte e potenti. Il personaggio è dotato di un’estrema rapidità poiché potrà effettuare doppi salti e fino a 5 scatti consecutivi per schivare gli attacchi nemici. Il protagonista ha anche la possibilità di sfruttare abilità speciali come lo slow motion: attivando questa meccanica il tempo sarà rallentato e potrete muovervi più velocemente rispetto ai vostri nemici.

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Cosa vi aspettate da questo nuovo titolo?

Concluso il tutorial siamo entrati nel gioco effettivo. L’area circostante era ricca di trama, mi spiego meglio: se vi avvicinerete ad un determinato punto la vostra mano comincerà a brillare, in quel momento comparirà la possibilità di informarvi su quel determinato luogo e, così’ facendo, vi verrà narrata una storia utile per capire cosa sta succedendo intorno a voi. Una volta appresa questa determinata funzione ci siamo addentrati sempre di più in questo posto misterioso e, allo stesso tempo molto macabro. Una volta arrivati quasi al centro ci siamo ritrovati ad affrontare un boss gigante. Prima di sconfiggere quest’ultimo abbiamo dovuto cercare i suoi punti deboli schivando i feroci colpi che ci sferrava e, dopo averlo danneggiato, abbiamo potuto colpire la sua fonte vitale per ridurgli gli HP. Questa azione l’abbiamo dovuta fare per tre volte ma, ogni volta che terminavamo una fase, la volta successiva questo pericolosissimo nemico cambiava i suoi attacchi.

Tirando le somme finali possiamo dire che Lost Paradise ha un ottimo potenziale di base. Il fatto che il titolo stia ancora in fase embrionale è solo un punto di vantaggio poiché, nel complesso, può essere solo migliorato. Anche in questo caso il mercato indipendente ha fatto nascere una piccola e potenziale perla videoludica che, se non farà passi falsi durante il suo percorso di sviluppo, ha buone possibilità di essere apprezzata anche dal grande pubblico.