Recensione Valerian e la città dei mille pianeti

Valerian e la città dei mille pianeti è il nuovo lungometraggio di Luc Besson (Il Quinto ElementoNikita). Il film è già uscito nelle sale statunitensi, mentre raggiungerà quelle italiane il 21 settembre. Abbiamo preso parte all’anteprima, preceduto da un Q&A, tenuto da Roberto Recchioni, con Luc Besson. Il regista ha detto che dietro all’opera è presente un team di 900 persone, e durante la sua infanzia ha letto il fumetto di Valerian, prodotto da cui si è ispirato. Valerian è la città dei mille pianeti è un puro esercizio di stile, nel quale la computer grafica raggiunge livelli più che elevati.

La pellicola si apre con delle scene rappresentative della pace fra uomini e razze aliene, per poi passare a degli esseri primitivi che vivono in un paradiso terreno: un ambiente fatto di acque cristalline e spiagge candide. Senza rovinare nulla, da lì accade qualcosa che avvia l’azione su altri personaggi. Il racconto si muove, e scopriamo i veri protagonisti: Valerian e Laureline, due agenti federali del territorio umano. Far perdere il filo del discorso è molto semplice, poiché il film è caratterizzato da una miriade di elementi che potrebbero confondere il lettore, ma procediamo con calma.

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La città dei mille pianeti è un posto fantastico.

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Gli umani hanno realizzato una città spaziale formata da molte specie diverse, milioni di abitanti e costituita da un unione di navicelle. All’interno di questa, oltre alle vite ordinarie degli esseri che la compongono, esistono creature che ricreano cellule e agricoltori sottomarini. La città dei mille pianeti è un posto fantastico e incredibile, nel quale è possibile trovare ogni tipo di occupazione. A Valerian e Laureline viene immediatamente affidata una missione, che consiste nel recuperare una bestia particolare per poi riportarla nella città, nella quale lo spettatore rimane ammaliato da ciò che vede.

La computer grafica è sublime.

La trama prosegue con un ritmo intenso, ma con una storia che non ha nulla di originale. Si tratta di qualcosa di già visto che non aggiunge nulla di speciale, forse perché si ispira a un fumetto di fine anni ’60, in cui il mondo fantascientifico era ancora agli albori. Si notano molte analogie con Star Wars, in realtà è quest’ultimo a copiare dall’opera originale. Lo spazio è solo un elemento per raccontare una storia d’amore, azione e pace. Il personaggio di Valerian è il classico ragazzo stereotipato che ci prova con ogni ragazza che incontra, ma adesso dice di essere cambiato. Laureline, la sua partner, è sprezzante verso di lui, causa il suo carattere da donnaiolo. La storia d’amore è classica e fin troppo prevedibile; tuttavia lo spettatore prova poca empatia verso il loro rapporto. Alla fine, il messaggio donatoci da loro due è piacevole e abbastanza soddisfacente.

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I personaggi hanno una bassa profondità psicologica.

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Il pubblico non riesce ad immedesimarsi con i personaggi, rendendo il tutto così superficiale. Molte delle scene non hanno alcuna funzione nella trama, e servono solo a mostrare i paesaggi e i personaggi in CGI o elementi stuzzicanti per il pubblico maschile e conoscitore del medium cinematografico. Purtroppo, Cara Delevingne non riesce a recitare al meglio, utilizzando al massimo due espressioni facciali. La sua controparte maschile, Valerian, interpretato da Dane Dehann (The Amazing Spider-Man 2La Cura del Benessere) se la cava davvero bene. Insieme la coppia funziona, ma a volte risultano troppo assillanti e incompatibili.

Il character design delle creature è strepitoso.

Valerian e la città dei mille pianeti sicuramente non eccelle per la trama: lineare e a tratti godibile. Due elementi spiccano su tutto: una colonna sonora strepitosa e una computer grafica da brividi. La prima è composta da Alexandre Desplat (The Imitation GameThe Danish Girl), che realizza un lavoro eccelso e perfettamente mescolato con ogni scena. La computer grafica raggiunge dei livelli altissimi: vale la pena di spendere il biglietto per godere degli scorci inimmaginabili. La fotografia e i colori sono accessi e vividi: ogni elemento di questo genere è perfetto. La direzione artistica è sublime: il fotorealismo si unisce a una grafica estremamente irreale, dando una sensazione incredibile. I personaggi, come detto prima, sono veramente molti, e ognuno di essi ha un character design curato nei minimi dettagli ed è eccellentemente progettato: da creature deliziose passeremo a mostri spaventosi. Le ambientazioni riescono a tenere il passo a tutti i caratteri artificiali, risultando magistrali nell’insieme.

Luc Besson ha scritto la sceneggiatura, che purtroppo non risulta così brillante e rimane nella media dei cinecomic. La caratteristica che contraddistingue Valerian e la città dei mille pianeti è la computer grafica esemplare, che dimostra come un team capace riesca a produrre un realismo intenso. Questo film è una pura dimostrazione di come il motion caputre, la modellazione 3D e il rendering possano donare tangibilità a qualcosa realizzato dal computer. La trama è già stata vista, nonostante ciò è divertente e fa passare piacevolmente due ore. I messaggi che si vogliono dare parlano di valori forti come l’umanità, solidarietà e il più forte di tutti: l’amore. Se siete fanatici di computer grafica o, semplicemente, vi piace godere di ciò che avete sotto gli occhi, allora Valerian fa al caso vostro.